Specie e descrizione dell’habitat

Narcissus tazetta L. è una pianta erbacea bulbosa e appartiene alla famigia delle Amaryllidaceae. È alta dai 20 ai 60 cm, con fusti leggermente rigidi e carnosi, perenne con bulbi sotteraneti. Le radici sono fascicolate e filiformi. I fiori sono caratterizzati da una coppa centrale, a forma di piccola trombetta, contornata da una corona costituita da 5-7 petali allargati verso l’esterno. Cresce nei prati unidi e boschi radi da 0 a 1400 metri. Fiorisce da aprile a maggio nel Sud Italia anche tra dicembre e marzo.
E’ uno dei fiori più celebrati nella mitologia dagli antichi greci e dai latini. Quella più ricorrente è che Narciso fosse un giovinetto figlio del fiume Cefiso e della ninfa Liriope. All’età di quindici anni, bellissimo e ambiguo, era desiderato da giovini e fanciulle, che però lui respingeva perchè non ritenuti all’altezza di lui. Ma l’ora del castigo venne quando uno dei suoi tanti innamorati implorò gli dei sperando che si innamorasse anche lui ma che non possedesse chi lo amava.
Un giorno, inseguendo un cervo, si specchiò nell’acqua e non riconoscendosi, si invaghi di se stesso; in seguito scoprì la verità struggendosi nell’impossibile amore tanto da desiderare di uscire dal proprio corpo. Finchè, non decidendosi a darsi ad alcun spasimante, in quanto quello che desiderava era in lui, morì di consunzione. Quando le ninfe iniziarono a preparare il feretro e il rogo si accorsero che il corpo del giovinetto era sparito e in sua vece nel posto era sbocciato un fiore con i petali bianchi e giallo al centro.Questa storia fu descritta anche in altri modi da Ovidio ed era ambientata in Beozia nella città di Tespi.
Ancora oggi con il termine narciso si intende indicare una persona che ha una alta autostima che sconfina nella adorazione di se stesso.
Il termine “narkos” “narcosi” è utilizzato per indicare uno stato soporifero indotto per mezzo di farmaci che portano al sonno. Più scherzosamente viene indicato per una persona che parlando di cose inutili induce narcosi nei suoi interlocutori.
I bulbi dei narcisi, ma anche le foglie, contengono la narcisina, un alcaloide velenoso.

Minacce

Perdita dell’habitat e pressione antropica. Il Narciso è una delle tante specie a rischio a causa di “erbicidi” e monocolture dell’agricoltura intensiva. Nella Regione Emilia-Romagna è una specie protetta ed è inclusa nella lista della Flora Protetta (Misure Generali di Conservazione di Rete Natura 2000, protezione specie spontanee).

Azione di conservazione specifica

Il Narciso selvatico è diffuso sull’Appennino, incluso nel sito IT4070011 del Parco della Vena di Gesso. Le azioni di conservazione specifica prevedono raccolta e conservazione di semi allo scopo di creare una banca semi e preservare quindi ecotipi . In caso necessario il ripopolamento della specie. Altre azioni consistono nell’eliminare le specie aliene invasive e mantenere aperture delle radure enei boschi per evitare la competizione di successione per questa specie.

 

 

Area di progetto
Riva di San Biagio

References
www.actaplantarum.org; http://www.altovastese.it ; http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-natura2000/sistema-regionale/flora/flora-protetta