Specie e descrizione dell’habitat
Il gufo reale è il più grande gufo in Europa. È marrone, con macchie crema o scure in piumaggio variegato; ha una grande testa, con ciuffi di piume molto evidenti sugli occhi e grandi occhi giallo-arancio. Il becco e le gambe sono potenti, con lunghi artigli affilati. Ha un’apertura alare considerevole, che raggiunge 188 cm nelle femmine e la lunghezza del corpo è di circa 67 cm, i maschi sono leggermente più piccoli. È una specie sedentaria, situata sulle scogliere più impervie, al di sopra delle foreste di querce più selvagge con aree aperte adatte alla caccia di piccoli mammiferi, ma anche uccelli e altri animali.
Minacce
È estremamente sensibile e il minimo disturbo può causare l’abbandono del nido: le attività antropiche per il tempo libero spesso avvicinano inconsapevolmente le persone in prossimità dei nidi. Soffre di persecuzioni umane e avvelenamento da semi ricoperti di mercurio, di morti per il traffico stradale e filo spinato ed infine non è da considerarsi insignificante il passaggio di linee aeree (IUCN, 2017). A livello locale, il deterioramento delle foreste, l’aumento dell’agricoltura intensiva (frutteti) e la conseguente riduzione delle prede, l’uso di veleno per topi e la presenza di strade e linee elettriche che interrompono l’integrità ambientale, sono le principali minacce a questa specie.
Azione di conservazione specifica
Fino a 20 anni fa nel sito IT4070011 Vena del Gesso Romagnola c’erano tre coppie nidificanti. Attualmente la specie si trova solo nella zona di Monte Mauro, dove una coppia sta ancora nidificando. In questa zona manterremo e miglioreremo la struttura e la composizione forestale, aumentando così la biodiversità e quindi l’abbondanza di prede. Inoltre, creeremo per il gufo reale degli spazi aperti e delle radure, adatti alla caccia.
Area di progetto
Monte Mauro
References
IUCN (2017) BirdLife International. 2017. Bubo bubo (amended version of 2016 assessment). The IUCN Red List of Threatened Species 2017: e.T22688927A113569670. http://dx.doi.org/10.2305/IUCN.UK.2017-1.RLTS.T22688927A113569670.en