Dati generali del Progetto
Nome dell’area di progetto: Riva di San Biagio
Superficie (ha): 102.64
Stato di protezione EU:
SCI NATURA 2000 Code IT4070011
Altro stato di protezione inerente alla legislazione nazionale e regionale: Parco Ragionale Naturale.
I maggiori usi del sito di progetto: il maggior uso del suolo: Conservazione della Natura (80%), selvicoltura (10%) agricoltura (10%).
Stato di Proprietà: Proprietà privata (100%).
Descrizione scientifica del progetto
Il sito contiene un affioramento orientale del gesso Messiniano in Europa, un area di grande interesse naturalistico e geologico.
Gli strati della cosiddetta Vena del Gesso, inclinato verso la pianura, genera pareti a precipizio (100-150 m) e lunghe scarpate (5 Km) che si affacciano a sud con caratteristiche Mediterranee interessanti (Juniperus oxycedrus, Helianthemum appenninum, Fumana procumbens, Pyracantha coccynea), in contrasto con le pendenze più moderate che si affacciano a nord, boscate, con stazioni fresche e ricchi di tipici elementi floristici dell’Alto Appennino (Phyllitis scolopendrium, Galanthus nivalis, Tilia xvulgaris, Laburnum anagyroides).
Tutta l’area è caratterizzata da un ampio fenomeno carsico in superficie (valli cieche, doline, gole, forme erosive, campi arati) e sotterraneo (doline, sorgenti, fenditure e grotte anche di sviluppo considerevole), che contribuisce a diversificare morfologie peculiari, ricco di contrasti ed ambienti ad alta biodiversità. Il sito ha una flora molto diversa con elementi Mediterranei e dell’Europa Centrale così come una fauna fuori terra ed una sottoterranea. Boschi e boschetti mesofilici e xerofili, dominati da Quercus pubescent (91AA*) con stazioni di pendenza di Quercus ilex (9340), gole umide con flora mesofila, alternate con cespugli e praterie, terre coltivate ed ex-coltivate, boscaglie e rocce colonizzate da felce terofite, ampi prati xerici con orchidee (6210*), in evoluzione naturale con foreste di Quercus pubescens (91AA*).
Le grotte hanno un ambiente naturale ben preservato, con un abbondanza di felci e flora specializzata, colonie di pipistrelli, di troglofili e troglobiti di fauna invertebrata. Coltivazioni Agricole non sono relativamente comune nell’area, più comuni nell’area circostante. L’area è dentro al Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola.
Otto habitat sono protette dalla direttiva 92/43/EEC dell’allegato I:
5130-Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli
6110*-Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi
6210*Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco Brometalia) con importanti siti di orchidee (33.05 ha)
8210-Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica
8310-Grotte non ancora sfruttate a livello turistico
91AA*-Boschi orientali di quercia bianca (34.88 ha)
9260-Boschi di Castanea sativa
9340-Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia
Una ricca flora di Orchidee e Pteridofite
Uccelli della direttiva 09/147/EEC dell’Allegato I: Pernis apivorus (B), Milvus migrans, Circaetus gallicus, Circus aeruginosus, Circus cyaneus, Circus pygargus (B), Falco vespertinus, Falco biarmicus feldeggii, Falco peregrinus (B), Caprimulgus europaeus (B), Coracias garrulus, Lullula arborea (B), Anthus campestris, Sylvia undata (B), Lanius collurio (B), Emberiza hortulana.
Mammiferi della direttiva 92/43/EEC: Rhinolophus hipposideros, Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus euryale, Myotis blythii, Miniopterus schreibersii Myotis myotis, Canis lupus* (B)
Anfibi e Rettili della direttiva 92/43/EEC dell’Allegato II: Triturus carnifex, Bombina pachypus
Invertebrari dela direttiva 92/43/EEC dell’Allegato II: Callimorpha quadripunctaria *, Lucanus cervus, Cerambyx cerdo, Coenagrion mercuriale castellanii.
Importanza dell’area di progetto per la biodiveristà e/o per la conservazione dei tipi di specie/habitat focalizzati a livello regionale, nazionale ed europeo
Il significato biogeografico della località Riva di San Biagio è collegato alla sua elevata biodiverisità, alla flora Mediterranea, con molti elementi al limite nord degli Appennini. Tra questi, il 91AA* foreste orientali di quercia bianca (34.88 ha) sono qui presenti come formazione di foresta submediterranea con Quercus pubescens and Fraxinus ornus, Ostrya carpinifolia, Carpinus orientalis, Sorbus domestica, Spartium junceum, Scabiosa columbaria, Silene nutans, Coronilla emerus, Anthericum ramosum, Dictamnus albus, Geranium sanguineum, Epipactis helleborine, Rubia peregrina, Osyris alba, Dorychnium hirsutum, Peucedanum cervaria and e specie stenomedittrrane come Asparagus acutifolius, Rubia peregrina, Clematis flammula, Rosa sempervirens, Juniperus oxycedrus. I prati xerici con Bromus erectus e molte specie di orchidee (6210*) ricoprono 33.05 ha e sono strettamente collegate all’habitat 91AA*.
La struttura di queste foreste è spesso modificata e semplificata da un diffuso passato di attività di ceduazione in foreste private, adesso abbandonato e anche proibite nel parco, dove la conversione di foreste ad alto fusto sono permesse; i provati non sono interessati alla conversione e le foreste sono sono abbandonate o illegalmente ceduate, quindi è molto importante comprare queste foreste avviarle alla conversione e fermare la ceduazione illegale. Altre minacce serie sono gli incendi e la ripulitura non controllata del bosco, tagliando sotto copertura e le nuove piante; la presenza di specie invasive non autoctone Ailanthus Altissima e Robinia pseudoacacia; elevata presenza di vecchie riforestazioni con specie non autoctone come Pinus nigra, Pinus sylvestris, Juglans regia (tutte queste ampie aree di foreste incluse nel progetto e non classificate come 91AA* potrebbero essere di habitat prioritario se se non fosse stato per la presenza di questi pini esotici) elevata pressione agricola lungo i bordi delle foreste.
Specie di punta nell’area del progetto
Narcissus tazetta, Sylvia undata, Felis silvestris