Il cervo volante nei logpyramid del progetto Life4OakForests

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L’8 maggio, il tecnico coordinatore Serena Petroncini per conto dell’Ente Parchi Romagna (MAR), insieme all’entomologo Luigi Melloni per conto dell’associazione Aquae Mundi di Russi (RA), ha effettuato l’inoculazione di larve di cervo volante (Lucanus cervus) all’interno di due logpyramid realizzati nell’ambito del progetto Life4OakForests.
I logpyramid sono cumuli di legno morto, parzialmente interrati, pensati per favorire la presenza di insetti saproxilici, ovvero di specie che si nutrono e si sviluppano nel legno in decomposizione. All’interno delle aree interessate dal progetto sono state realizzate 10 strutture di questo tipo, e tra le azioni previste rientrano anche l’allevamento e la reintroduzione del cervo volante.
Il cervo volante è uno dei più grandi coleotteri d’Europa e appartiene alla famiglia dei Lucanidi. Deve il suo nome alle grandi mandibole presenti nei maschi, che ricordano i palchi di un cervo. Queste strutture sono utilizzate per i combattimenti tra maschi nel periodo riproduttivo, ma non sono realmente pericolose: nonostante l’aspetto minaccioso, le mandibole del maschio non hanno forza sufficiente per arrecare danni. Al contrario, le femmine, pur avendo mandibole più piccole, sono in grado di pizzicare con maggiore efficacia. Questa differenza è anche uno dei principali caratteri distintivi tra i sessi.
Lo sviluppo del cervo volante è molto lento: può durare dai 3 ai 10 anni, a seconda delle condizioni ambientali. Le femmine depongono le uova alla base di ceppi di alberi vecchi o in decomposizione, preferibilmente quercia, castagno, faggio, salice e pioppo. Le larve, una volta nate, scavano gallerie nel legno nutrendosene grazie a robuste mandibole, crescendo lentamente fino a raggiungere anche i 10 cm di lunghezza. Una volta mature, si preparano alla metamorfosi scavando una celletta nel legno, in cui si trasformano in pupa.
Gli adulti, sebbene si formino già in autunno, emergono solo tra maggio e giugno dell’anno successivo. La loro vita è breve: i maschi muoiono tra luglio e agosto, mentre le femmine possono sopravvivere fino a settembre. In questa fase si nutrono di linfa, nettare e frutti maturi.
Un tempo molto diffuso, oggi il cervo volante è in declino a causa della perdita del suo habitat naturale, spesso legata a pratiche forestali che rimuovono legno morto e vecchi alberi. Per questo motivo, è considerato una specie prossima alla minaccia e tutelato a livello europeo. È incluso nell’Allegato II della Direttiva Habitat (CEE/92/43), che ne richiede la protezione attraverso la designazione di zone speciali di conservazione. Inoltre, è protetto anche dalla Convenzione di Berna per la conservazione della fauna selvatica in Europa.
Con il progetto Life4OakForests e la creazione dei logpyramid, si compie un passo concreto per la salvaguardia di questa straordinaria specie e per la tutela della biodiversità legata ai boschi vetusti di querce.